IL METODO SOLERA

Solera è una tecnica di affinamento del vino, ovvero un periodo di tempo durante il quale il vino sosta in botte per armonizzarsi e raggiungere la massima espressione possibile. Tuttavia però, il metodo Solera, detto anche perpetuo, o invecchiamento perpetuo, è diverso da ogni altra metodologia di affinamento, sia essa in botte, in acciaio o vetro.

Un piccolo preambolo: molti vini non sono immediatamente pronti da bere, richiedono al contrario qualche mese, a volte anni, in alcuni casi anche molti anni di affinamento prima di risultare piacevoli al palato. Ecco perché il vino viene fatto riposare in botti di legno, o in vasche d’acciaio, oppure direttamente in vetro, ma in ogni caso non viene immediatamente commercializzato. Gli stessi disciplinari che regolano la produzione di vini doc e docg impongono dei tempi minimi di sosta prima della messa in commercio del vino.

Come anticipato, il metodo Solera differisce da ogni altra forma di affinamento, non tanto nella scelta del contenitore, che è una botte di legno, di dimensioni variabili certo, ma pur sempre una botte di legno. No, la differenza sta altrove e specificamente nel fatto che si tratta di un affinamento dinamico e non statico del vino. Non si tratta di jogging, né per le botti, né per il vino, e nemmeno per il vignaiolo. Semplicemente la botte non è una ma almeno tre, di solito tre file di botti, una fila posta sul pavimento, detta la Solera, una fila sopra, la prima Criadera e una seconda fila in cima detta seconda Criadera. Le file di botti sono collegate tra loro da sistemi di tubi e rubinetti. Ogni anno viene spillata parte del vino nelle botti Solera, che poi vengono riempite con del vino che stava nelle botti sopra, a loro volta riempite con il contenuto della fila ancora sopra. Le botti più in alto, vengono infine rabboccate con il vino prodotto nell’ultima vendemmia. Ogni anno si ripete l’operazione, il vino nuovo viene aggiunto nelle botti in cima e una parte equivalente di vino viene imbottigliata dalle botti a pavimento.

Attenzione al dettaglio: le botti non vengono mai svuotate completamente, se ne preleva una parte e nemmeno troppo consistente. Questo fa sì che ogni nuova annate introdotta si andrà a mischiare con tutte le annate precedenti, seppur in percentuali via via minori. Ecco perché il sistema è detto anche dinamico, perché il vino si muove e si mischia con altro vino.

Da questo particolare si deduce immediatamente una cosa, il vino prodotto con metodo Solera non può avere indicata l’annata della vendemmia in etichetta, perché appunto non è vino di una sola annata.

Una seconda considerazione, non immediata ma altrettanto logica, è che nei vini Solera sono presenti sentori e caratteristiche tipiche sia dei vini giovani che di quelli molto invecchiati, proprio perché nella bottiglia convivono entrambi.

Il metodo Solera è tipico di alcuni vini ossidati e fortificati: Sherry, Marsala, Porto o Madeira, per esempio, tuttavia alcuni produttori lo scelgono anche per vini tradizionali, con ossidazione o anche senza (procedimento uguale, ma mantenendo le botti sempre colme).

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