GEOGRAFIA DEL VINO: LA VALLE D’AOSTA

La Valle d’Aosta oggi conta poco più di cinquecento ettari vitati, ma non sempre fu così, nel XIX secolo gli ettari di vigne iscritti a registro erano oltre cinque mila. Poi tutto cambiò, ma più che la fillossera, che qui fece meno danni che altrove dove invece stava debellando ogni vigneto, poté la ferrovia. Fu infatti la linea ferroviaria che facilitò a tal punto i trasporti da rendere più conveniente il vino importato che non quello locale. Alla fine dell’ottocento nelle trattorie valdostane era più facile trovare un Chianti che un Fumin.

Nonostante la riduzione della produzione, una certa varietà è sopravvissuta e con standard qualitativi di assoluto livello.

Spesso si parla di viticoltura eroica e di vini estremi, per via delle forti pendenze delle vigne e delle condizioni impervie nelle quali sono costretti a lavorare i produttori della Valle.  Vini estremi come il Priè Blanc coltivato anche oltre i mille metri nei paesi di La Salle e di Morgex; un bianco minerale, asciutto, acido, dotato di buona struttura, che non disdegna l’appassimento esattamente come la spumantizzazione in metodo classico.

Non solo bianchi, perché la Valle è soprattutto a vocazione rossista. È il Petit Rouge a farla da patrone tra gli autoctoni, coltivato in tutta la parte centrale della regione. Poi il Fumin, che già dal nome lascia presagire una gradevolissima nota affumicata. Anche il Nebbiolo è coltivato con ottimi risultati, nella bassa valle, in particolare nel comune di Donnas, che dà il nome all’omonima sottozona di produzione, ma in Valle cambia nome e si fa chiamare Picutener o, italianizzandolo, Picotendro.

Tra i bianchi presenti il Moscato e la Petit Arvine, oltre al già citato Priè blanc e ai vitigni internazionali che ben si sono adattati a clima e terreni.

La produzione come detto è limitata, ma la qualità è pressoché ovunque elevata e il rapporto qualità prezzo per il momento si mantiene favorevole.

Nella nostra carta sono presenti i vini della Cave Mont Blanc, di Piero Brunet, di Elio Ottin e di altri meravigliosi produttori valdostani.

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