I RIESLING DALLA MOSELLA

Scrivere di vino è per me sempre un piacere, a volte lo è molto di più, questa è una di quelle volte. Parleremo di Mosella, ovvero quell’area vitivinicola che comprende Ruwer, Saar e appunto la Mosella. Tre fiumi, i primi due che confluiscono nel terzo, prima che questo si getti nel Reno. Siamo nella Germania centro orientale, tra le città di Treviri e Coblenza.

Innanzitutto il vitigno, qui si coltiva Riesling, null’altro o poco più. Si tratta di un vitigno che possiede una acidità naturale elevatissima, a volte superiore ai 10 grammi litro (una Verdeca pugliese, per fare un esempio, generalmente si aggira attorno i tre). L’acidità è una sorta di conservante naturale del vino, difatti i vini della Mosella, i Riesling della Mosella, sono adatti a lunghi invecchiamenti.

I vini bianchi non vanno sempre bevuti giovani, al contrario in molti casi sono adatti all’invecchiamento, per la maggior parte dei riesling tedeschi è proprio così, anni di affinamento in bottiglia consentono l’evolversi di quei sentori terziari tipici, in primis gli idrocarburi, che hanno reso celebri questi vini in tutto il mondo.

Quello tra Riesling e Mosella è un matrimonio perfetto, le condizioni climatiche sono particolarmente propizie, lo specchio calmo dell’acqua del fiume crea infatti un microclima sostanzialmente mite, nonostante ci si trovi in pieno continente e molto al nord. Le estati temperate e mai calde inoltre sono anch’esse perfettamente adatte al Riesling che difatti non richiede climi caldi, anzi ben si adatta a climi più freddi.

Proprio queste condizioni climatiche, unite alle naturali peculiarità del vitigno, fanno sì che alcune caratteristiche organolettiche contraddistinguano in maniere netta questi vini. La prima è appunto la forte acidità, la seconda è la mineralità, che deriva da un terreno scistoso ricco di ardesia e di nuovo dalla capacità innata del vitigno di immagazzinarla.

Una terza caratteristica, che non dipende da clima o vitigno, bensì dalle scelte operate dal viticoltore, è la possibile presenza di residuo zuccherino naturale nei vini. La tradizione dei vini di Mosella infatti è di vini abboccati, ma completamente secchi. Oggi in realtà ogni produttore ha in carta molti vini secchi, indicati Troken in etichetta, ma nella lista dei vini prodotti, che spesso è molto lunga, si trovano anche vini che secchi non sono, ma che sviluppano un alcool inferiore e che mantengono un residuo zuccherino più o meno consistente.

Nella maggior parte dei casi però, il residuo di zuccheri naturali dell’uva, non consente di ottenere un vino totalmente dolce, almeno non come siamo abituati ad assaggiarne in Italia. La parte zuccherino in realtà ha più spesso il compito di bilanciare la fortissima acidità e di rendere il vino a suo modo equilibrato.

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